SEALOGY, il salone europeo della blue economy, si è conclusa con una rilevante partecipazione di pubblico, sia in presenza che in rete. Hanno avuto luogo numerose conferenze e dibattiti, tra cui la Tavola Rotonda promossa da AMA in merito al progetto MOLLUSCHICOLTURA 4.0.
Abbiamo già intervistato il dr. Rambaldi ed il dr. Prioli (Direttore e Presidente di AMA ) e concludiamo questo ciclo di interviste con l’autorevole parere del prof Giampietro Ravagnan, Coordinatore Scientifico del progetto.
Le linee guida sono state presentate ai Ministeri competenti MiTE e MiPAFF ad aprile con la richiesta di aprire una procedura di valutazione per un BLU CARBON SINK, in analogia di quello terrestre, per calcolare la fissazione ed il conseguente sequestro della CO2 che avviene con la pratica della molluschicoltura italiana che, sulla base di studi e certificazione già effettuate nel 2015, si possono stimare in circa il 28% della produzione lorda, ossia circa 35.000 tons/anno.
Professore, questi sono i dati, ma come si stima il valore certificabile?
Si deve fare il calcolo del netto sottraendo al valore lordo del peso commerciale la CO2 emessa per le attività di trasporto ed energia utilizzata per la produzione in mare e/o nelle zone di transizione e i materiali plastici utilizzati nei processi produttivi; da qui la necessità di impiegare biocombustibili, ove possibile motori elettrici e sostituire i filati plastici con quelli di origine vegetale.
Ci può dire a che punto siete del programma?
Sono stati identificati gli obbiettivi e con questi i relativi Partners tecnologici che si sono appunto incontrati a SEALOGY per un confronto e per mettersi a disposizione degli operatori che operano in varie parti dell’Italia; a Goro vi è una produzione importante di molluschi sia in termine di quantità che di qualità. Inoltre a La Spezia con un progetto che fa riferimento all’ENEA – SMART BAY – è partita la fase di contabilità analitica della produzione locale di mitili e del relativo calcolo della CO2 sequestrata avvalendosi anche di un monitoraggio innovativo che utilizza sensori multi parametrici che dialogano con un “submarine internet” realizzato da WSENSE Srl, uno spin off dell’Università La Sapienza di Roma.
In che modo si può migliorare la performance della fissazione di CO2?
Il passaggio graduale a motorizzazione elettrica per le imbarcazioni che operano in aree riparate con potenze fino a 40 kws e a biometano per motori endotermici adattati a questo combustibile comporterà la eliminazione dei fattori negativi legati alla produzione di energia sul calcolo del sequestro della CO2 con un notevole miglioramento atteso sulla qualità dell’acqua nelle aree di produzione non più inquinate da residui di prodotti fossili.
Sappiamo che il Senato ha appena approvato la cosiddetta LEGGE SALVAMARE, che ne pensa?
E’ una legge quanto mai opportuna ed attesa che libera i pescatori dal gravame del conferimento dei rifiuti raccolti dalle reti ed introduce criteri di prevenzione dell’inquinamento del mare. Confido che siano programmati degli incentivi idonei atti a sostenere la transizione dall’uso di filamenti plastici nelle retine utilizzate nella molluschicoltura con filati di materiali vegetali in modo di contribuire sostanzialmente alla eliminazione della plastica nelle produzioni marine; la sperimentazione è già iniziata con retine di canapa per la mitilicoltura e l’uso di fibre vegetali anche per la fase finale di confezionamento contribuirà alla ulteriore sostenibilità del processo produttivo nella molluschicoltura.
La redazione del NuovoMille.it continuerà a seguire con attenzione questo progetto nel suo complesso, intervistando anche i partners di AMA che svolgeranno le loro attività per rendere la molluschicoltura una produzione di qualità non solo alimentare ma anche completamente “decarbonizzata”, in linea con le speranze della COP26 e quindi non solo “bla-bla-bla” per un mondo a rischio climatico.